Tfr e Fondo di Garanzia la Sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, n. 1934 del 28 gennaio 2025

Introduzione

La sentenza n. 1934 del 28 gennaio 2025, emessa dalla Sezione Lavoro della Corte di Cassazione, rappresenta un punto di riferimento fondamentale in materia di diritto del lavoro e, più specificamente, nella regolamentazione dell'accesso al Fondo di garanzia dell'INPS per il pagamento del Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Questo pronunciamento si inserisce in un quadro giurisprudenziale consolidato, ma al contempo introduce elementi di riflessione su questioni critiche legate ai diritti dei lavoratori e alla tutela previdenziale.

Contesto della Controversia

Premessa

La vicenda prende avvio dal ricorso presentato da sei lavoratrici nei confronti dell'INPS per ottenere il pagamento del TFR attraverso il Fondo di Garanzia. L'azienda presso cui prestavano servizio, la s.r.l. (OMISSIS), era stata cancellata dal registro delle imprese e non più assoggettabile a procedura fallimentare.

La Corte d'Appello di Lecce, confermando la sentenza del Tribunale di primo grado, aveva riconosciuto il diritto delle ricorrenti a ricevere il pagamento, basandosi sul presupposto dell'inutilità di un'azione esecutiva nei confronti della società ormai estinta.

Il ricorso dell'INPS

L'INPS ha impugnato la decisione in Cassazione, sostenendo che il credito delle lavoratrici non poteva essere riconosciuto in assenza di un titolo esecutivo nei confronti del datore di lavoro. Secondo l'istituto previdenziale, la normativa di riferimento (art. 2 della legge 29 maggio 1982, n. 297) richiede che il credito sia accertato in una sede appropriata, come un giudizio di cognizione o un'eventuale procedura fallimentare.

Le Motivazioni della Cassazione

I Principi Giuridici Richiamati

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell'INPS, ribadendo un principio fondamentale del diritto del lavoro e della previdenza sociale: l'accesso al Fondo di Garanzia per il pagamento del TFR è subordinato alla previa esistenza di un accertamento giudiziale del credito nei confronti del datore di lavoro.

L’accertamento giurisdizionale della misura del TFR è un presupposto indispensabile per determinare la quantificazione dell’obbligazione a carico del Fondo. Senza tale accertamento, non è possibile attivare l'intervento dell'INPS, che resta un soggetto terzo rispetto al rapporto di lavoro.

La Necessità di un Titolo Esecutivo

La Corte ha chiarito che, anche in assenza di un datore di lavoro ancora operativo, l'accertamento del credito rimane un passaggio imprescindibile. I lavoratori avrebbero potuto conseguire un titolo esecutivo nei confronti della società o, in subordine, nei confronti dei soci, i quali rispondono nei limiti delle somme riscosse in base al bilancio finale di liquidazione.

La Distinzione tra Insolvenza e Accertamento del Credito

Un altro aspetto centrale della decisione riguarda la distinzione tra l'insolvenza del datore di lavoro e l'accertamento del credito. Sebbene la giurisprudenza abbia ammesso che l'insolvenza possa essere dimostrata anche senza l'esperimento di un'azione esecutiva individuale, il credito deve comunque essere formalmente accertato attraverso un titolo esecutivo.

Implicazioni della Sentenza

Conseguenze per i Lavoratori

Questa decisione impone ai lavoratori di seguire un iter processuale più articolato per ottenere l'accesso al Fondo di Garanzia. In particolare, essi devono prima conseguire un titolo esecutivo nei confronti dell'ex datore di lavoro o dei soci successori della società estinta, prima di poter avanzare richieste nei confronti dell'INPS.

Impatto sul Ruolo dell'INPS

La sentenza rafforza la posizione dell’INPS come gestore del Fondo di Garanzia, delineando con maggiore precisione i requisiti per l'accesso alle prestazioni previdenziali. L'ente non è tenuto a effettuare pagamenti in assenza di un titolo che certifichi l’esistenza e l’entità del credito vantato dal lavoratore.

Considerazioni Finali

Un Equilibrio tra Tutela e Rigorosità Procedurale

La Corte di Cassazione ha adottato un'interpretazione rigorosa della normativa, finalizzata a garantire che l’intervento del Fondo di Garanzia avvenga nel rispetto delle condizioni previste dalla legge. Tuttavia, questa decisione potrebbe rendere più complesso per i lavoratori l’accesso alle risorse previdenziali, soprattutto in situazioni di insolvenza conclamata.

Necessità di un Adeguamento Normativo?

La pronuncia solleva interrogativi sulla necessità di un possibile adeguamento normativo che possa semplificare il percorso di tutela per i lavoratori. Potrebbe essere opportuno introdurre procedure più snelle per l’accertamento del credito nei casi in cui il datore di lavoro sia estinto e non soggetto a procedura concorsuale.

Conclusioni

La sentenza n. 1934 del 28 gennaio 2025 si inserisce in un filone giurisprudenziale consolidato, riaffermando la necessità di un accertamento giudiziale del credito prima di accedere al Fondo di Garanzia. Si tratta di un pronunciamento che incide significativamente sulle dinamiche processuali in materia di diritto del lavoro, rafforzando il principio della certezza del diritto e della corretta gestione delle risorse previdenziali.